Vincenzo Staglianò: C’era una volta il West
375,00 €
Rivisitazione della locandina del film “C’era una volta il West” realizzata per il libro illustrato: “Sei nel West, Amigo! Vendi il pennello e procurati una colt…”
misure – Tecnica mista colori acrilici, stencil e bombolette.
Disponibile
Descrizione
Illustrazione inedita di “C’era una volta il West”
Rivisitazione della locandina del film western all’italiana “C’era una volta il West”. Realizzata per il libro illustrato “Sei nel West, Amigo! Vendi il pennello e procurati una colt…“.
Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 70 × 100 cm |
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Autore | Vincenzo Staglianò |
Autografato | |
Tipologia | Illustrazione, Locandina |
Genere | Western all'italiana |
Supporto | Cartoncino |
Tecnica | Tecnica mista a colori |
Casa editrice | Proxima – Associazione no-profit |
Testata | Sei nel West, Amigo! Vendi il pennello e procurati una colt… |
Anno | 2016 |
L'autore
La produzione artistica di Vincenzo Staglianò, ha come soggetti privilegiati personaggi del cinema e della musica. La sua è una tecnica multimaterica che combina l’uso di colori acrilici, stencil e bombolette.
[Fonte: Sei nel West, Amigo! Vendi il pennello e comprati una colt…]
Trama
Avanza la ferrovia che unirà le due coste degli Stati Uniti. Nel campionario umano composto da fuorilegge, avventurieri e ambiziosi uomini d’affari, emergono le figure di un meticcio, che insegue l’uomo che gli ha ucciso il padre, e di una giovane vedova, che rappresenterà il futuro di una società che cancella per sempre i suoi eroi. Questa la succinta trama di un film che ne ha più di una. Sergio Leone, dotato di una certa muscolarità espressiva, ha i suoi limiti nel manierismo che accompagna ogni suo film. Cinismo, violenza e autocompiacimento sono conditi dalla musica ingombrante del suo omologo in campo musicale, Ennio Morricone. Ogni soluzione è affidata al sensazionalismo. Il montaggio è solo un espediente per le anime semplici. Quello che si può ottimisticamente definire neo-espressionismo è mutuato dal cinema russo e, perché no?, da Orson Welles. Ma è solo un metodo applicato a una causa sbagliata. E tutti questi supposti valori si sciolgono come neve al sole di fronte a un B-movie western, realizzato però negli States. Certi temi, vedi il western, sono congeniti e appartengono alla memoria storica di una nazione. Nel caso di C’era una volta il West, fino ad allora l’opera più ambiziosa di Leone, il mix di tutti gli ingredienti della sua cucina risultano indigesti a causa dell’insopportabile sentimentalismo che inonda la pellicola, con la complicità della troppo lodata Claudia Cardinale. Non basta andare in America e relegare Henry Fonda nel ruolo del cattivo. E con Dario Argento tra gli sceneggiatori non si va lontano. Paolo Stoppa è il più incredibile trapper della storia del west cinematografico. È come fare l’ Amleto con John Goodman. Sequenze famose come quella finale, presa pari pari da Duello al sole di Vidor, sembrano un furto più che un omaggio. C’era una volta il West ha i titoli più lunghi della storia del cinema. Diciassette minuti di narcisismo registico, con notevoli caratteristi americani a fare da manichini per i giochini grafici della fotografia di Delli Colli. Una gamba in primissimo piano e l’antagonista sul fondo, nello spazio amatoriale concesso dal cinemascope. L’epica scriteriata del film ha l’anima intinta nei sobborghi romani. Un cult movie per ragionieri in vena di poesia.
[Fonte: mymovies.it]